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Splendori patavini: torna a splendere la "Madonna Mora"

L'Annunciata durante la fase di pulizia.


Dopo gli strepitosi restauri alla Cappella dell'Arca, la Basilica Antoniana rivela ripulito e restaurato il suo angolo più mariano, annerito dalla fuligine delle candele devozionali e degli incensi di seicento anni.

La Cappella in cui si eleva il bel sacello gotico è di fondamentale importanza per la storia di Sant'Antonio e della sua Basilica e da sempre è legata alla figura della Vergine Maria. Il piccolo spazio sorgerebbe sulla piccola Chiesetta di Santa Maria Mater Domini, primo nucleo francescano nella città di Padova ancor prima della venuta del Santo di origini portoghesi. L'Oratorio, coperto di canne palustri fu il primo luogo di tumulazione di Sant'Antonio che in vita, ebbe sicuramente occasione di Celebrarvi Messa. Dopo la Canonizazione del Santo (1232) e la conseguente traslazione delle spoglie nella nuova grandiosa Basilica, l'antica e piccola Santa Maria Mater Domini, addossata ed incorporata al gran cantiere del tempio cupolato, veniva stravolta dai rimaneggiamenti. Ma veniamo alla "Madonna Mora" e al suo Tabernacolo:


L'Altare ed il Tabernacolo policromo restaurati
L’episodio più significativo e qualificante avvenuto nel tempo, all’interno della Cappella, è stato certamente la costruzione del bellissimo tabernacolo gotico entro il quale è allocata la preziosa immagine della Vergine con il Bambino: appunto, “la Madonna Mora“. Questo appellativo suggestivo, di origine popolare, risalente a tempi immemorabili non è spiegato da alcuna documentazione certa; alcuni lo fanno risalire al fatto che la statua della Madonna si presentava con una folta capigliatura bruna, altri al fatto che l’immagine offuscata dai fumi delle moltissime candele votive aveva assunto nel tempo un colore bruno. Fatto sta che nel corso della pulitura e del restauro appena concluso sono emersi in tutta la loro bellezza e freschezza i colori originali delle varie figure che compongono l’artistico insieme, avvalorando indirettamente l’ipotesi che il colorito “moro” fosse dovuto proprio ai depositi di fumi e di polveri stratificatisi nel tempo.

La Madonna col Bambino, lavoro policromo di Rinaldino di Puydarrieux
Lo splendido sacello che ospita la Madonna col Bambino è opera attribuita unanimemente a Rinaldino Di Puydarrieux (da Puy-l’Eveque) e aiuti, un magnifico esempio dell’ arte tardogotica francese del Trecento (Francia meridionale), interamente scolpito su pietra naturale e , a più riprese, finemente dipinto con inserti cromatici e preziose dorature.                                                     

Il capolavoro venne realizzato nel 1396 a cura della Confraternita di Sant’Antonio,  come si legge nel plinto delle colonne che sostengono l’elegante ciborio cuspidato, poiché a questa Confraternita era stato assegnato l’uso della Cappella per tutte le sue funzioni e per gli incontri dei confratelli. Nei pinnacoli della facciata l’Artista ha rappresentato la tradizionale Annunciazione, disponendo a sinistra l’Angelo e a destra la Vergine Annunciata. Sul vertice della ghimberga compare l’ Eterno Padre benedicente, mentre al centro del timpano è situato il tondo con il Cristo morto. I pulvini sovrapposti alle colonne ospitano Angeli con gli strumenti della Passione di Cristo, mentre nei pinnacolo posteriori troviamo raffigurati San Giovanni Battista e Santa Maria Maddalena. All’interno del tabernacolo, sulla parete di fondo posta dietro alla statua della Vergine, è collocato un pregevole affresco raffigurante il Profeta Isaia e il Re David contornati da Angeli. Il dipinto viene assegnato dai critici ad un ignoto artista seguace di Altichiero da Zevio (Stefano da Verona, secondo il Mellini). Preziosa per lavorazione la bellissima cancellata in metallo dorato che racchiude, aumentando il senso mistico dell’immagine interna, il prezioso ciborio.
Uno stupendo brano d'arte (mariana) restituito alla Basilica, proprio in tempo per la grande Solennità dell'Immacolata Concezione. Per chi desiderasse approfondire, segnaliamo il sito della Veneranda Arca del Santo (da cui abbiamo tratto notizie ed immagini), ricco di testi ed approfondimenti.

Le restauratrici al lavoro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

bellissima

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