Uno sguardo veneto sulla Liturgia, musica e arte sacra, le attualità romane e le novità dalle terre della Serenissima.
Sul solco della continuità alla luce della Tradizione.

Splendori veneziani: Gabrieli e la Messa "d'Incoronazione" del Doge




Mentre il Palestrina componeva il meglio della sua musica sacra nella Roma "tridentina", nella fastosa Venezia trionfavano le composizioni di Giovanni Gabrieli: da una parte, la scuola romana con il grande successo della polifonia, sulle orme della Riforma, dall'altra la scuola veneziana, con l'esplodere delle più bizzarre formazioni strumentali e dello stile policorale.




Giovanni Gabrieli naque a Venezia verso la metà del '500, studiò con lo zio Andrea. La sua carriera d'organista ruotò tra la Scuola Grande di San Rocco e Basilica di San Marco dove ricoprì, sin dal 1586 il ruolo di primo compositore. Nella Basilica marciana "cappella dogale" direttamente legata allo Stato Veneto, dove si continuava a Celebrare secondo l'antico Rito Patrirchino, fu musicalmente indipendente e libera dai nuovi rigidi regolamenti d'ambito liturgico concepiti in Trento, scatenando l'uso di svariati strumenti a fiato durante i Sacri Riti che finivano nel soverchiare parti dell'Ordinario, il Credo e l'Agnus Dei spesso venivano omessi, come nella Messa "d'Incoronazione" del Doge Marino Grimani, ricostruita nel 1990 da Paul McCreesh in un interessantissima incisione che restituisce in maniera filologica le musiche di Andrea e Giovanni Gabrieli eseguite nella Celebrazione del 1595, di cui vi proponiamo un assaggio, di seguito. L'ascolto si apre con una sonata e fanfara di Cesare Bendinelli, segue poi il mottetto Deus, qui Beatum Marcum di Giovanni Gabrieli:
 



Deus, qui Beatum Marcum
Evangelistam tuum
Evangelicae praedicationis
gratia sublimasti: tribue, quaesumus;
ejus nos semper et eruditione proficere,
et oratione defendi: alleluja.


immagini da w.commons

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